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Matera 2020: I sassi, la cultura e la stazione che non c’è

la città di matera

È di qualche giorno fa la notizia che Matera è stata eletta capitale Europea della Cultura 2019. La città dei Sassi ha avuto il maggior numero di voti a discapito di città come Lecce, Siena, Ravenna e Perugia. Una notizia che riempie d’orgoglio chiunque abbia a cuore la valorizzazione del Meridione, la sua “riscoperta”. Qualcuno dice che si è voluto, anziché premiare un centro con una già consolidata tradizione nell’ambito dell’arte e della cultura, incoraggiare e incentivare il progetto di una città ricca di storia ma ancora poco conosciuta, anche dagli stessi italiani.

Io stessa sono fra coloro che conoscono la città dei Sassi per fama, da fotografie, articoli di giornale, racconti di chi c’è stato. La città lucana, ha una bellezza particolare, assolutamente non canonica, una bellezza mediorientale, direi. Il suo fascino è costituito dal suo essere tutt’uno con la roccia di tufo su cui è poggiata, anzi scavata. Da lontano gli edifici sembrano come scolpiti, tanto che le sue casette di pietra chiara, se non sapessimo che sono reali, ci farebbero pensare all’opera di uno dei tanti presepisti napoletani o pugliesi. A Matera c’è inoltre l’atmosfera unica di tanti paesi abbandonati del Sud Italia, abbarbicati su rocce quasi inaccessibili e lasciati in balia delle intemperie, esposta com’è proprio a causa della sua posizione, all’arsura e ai venti provenienti da ogni direzione.

Questa inaccessibilità, però, non è solo apparente, Matera è, infatti, una città della Basilicata in quel Sud che da sempre è collegato molto male con il resto della penisola. Perché in questi luoghi difficilmente ci si trova “di passaggio”, bisogna andare a cercarli tra strade tortuose che sembrano non portare da nessuna parte. Chi non è abituato a questo tipo di ricerca non può apprezzarne davvero il valore, e spesso si chiede ma possibile che sia così difficile? Possibile che in alcune parti d’Italia non siano ancora arrivati mezzi di trasporto moderni? La risposta è sì, ed è paradossale… Un paradosso tutto italiano, ma ancor più meridionale, è quindi quello di ritrovarsi con una capitale della cultura che non ha né una stazione ferroviaria né un’autostrada che le passi vicino. Per chiarezza bisogna ammettere che la ferrovia in realtà c’è, è stata costruita nel 1915 e collega Matera a Napoli in “sole” nove ore e cinque minuti. Avete capito bene: nove ore per poco più di 250 chilometri, la causa è che il trenino che collega Basilicata e Puglia al resto d’Italia è ancora il vecchio binario con scartamento di 95 cm, mentre lo standard internazionale sarebbe di 143,5. Bisogna dire, però, che nel 1986 si fece il tentativo di tentare di migliorare il traffico ferroviario, con dei lavori che interessavano proprio la zona tra Napoli, Bari, Lecce e Taranto. Inutile dire che non vennero mai completati, e che l’alta capacità in quella zona rimane una delle moltissime “grandi incompiute” italiane. In un’intervista concessa a Repubblica il poeta Franco Arminio, da sempre schierato in difesa del patrimonio storico-culturale ma anche sociale del Sud, a proposito della candidatura di Matera dichiara che: «la Lucania è bellissima proprio perché è vuota e in fin dei conti pulita».

Ci si chiede però se sia il caso di mantenere o interrompere questo isolamento, e perché no, riempire e sporcare un po’ Matera visto che di occasioni come questa dovremmo approfittare proprio per far conoscere l’altro Sud, quello bello, ricco di creatività e voglia di fare. Lo slogan che ha premiato la città lucana è stato infatti “apriamo il futuro-open the future”, agl’ideatori è stato riconosciuto il merito di aver progettato «laboratori che possono far fiorire la cultura, l’industria, la creatività». Un progetto a lungo termine per la città, fortemente voluto e sostenuto dai cittadini; perché, come ha dichiarato il comitato promotore “proprio una città antica come Matera può senza timore pensare ai tempi che verranno, tante le volte in cui si è riprogettata ed è uscita vincente dalla sfida con il tempo”. Adesso è tempo di realizzare l’idea, preparare la città a ospitare i tanti eventi previsti e fare in modo che si dia all’Europa un’immagine diversa del Sud. E chissà che anche il resto d’Italia e il governo non si ricordino di Matera e del Meridione che come sempre viaggiano a un’altra velocità rispetto alle altre regioni, magari stanziando fondi per una linea ferroviaria moderna.